di Deodato Mammana

Ogni anno il 24 marzo si celebra la Giornata dei Missionari Martiri. La scelta della data non è affatto casuale. Il 24 marzo del 1980, infatti, veniva assassinato Mons. Oscar Romero, a San Salvador, dai militari suoi connazionali, fedeli al regime. La ragione dell’omicidio era proprio la vicinanza di Mons. Romero agli ultimi. Il sacerdote, durante la celebrazione della sua ultima Messa, aveva ancora una volta denunciato l’impiego di donne e bambini per sminare i campi e lo sfruttamento di contadini e operai e aveva accusato il regime di aver aperto più volte il fuoco sulla folla per placare ogni rivolta. Durante la celebrazione, mentre Mons. Romero elevava l’Ostia della Consacrazione, un colpo di fucile lo raggiunse, uccidendolo. I leader politici, tramite un sicario, avevano colpito la voce di chi non aveva voce.

Missio Giovani, erede del Movimento Giovanile Missionario (MGM), nel 1992, propose per la prima volta alla Chiesa italiana la celebrazione di una Giornata che facesse memoria di quanti ogni anno (sacerdoti, religiosi/e, laici) perdono la vita per la causa del Vangelo.

Il 24 marzo 2023 ricorre la trentunesima giornata dedicata ai missionari martiri, giornata di preghiera e digiuno in loro memoria, ma anche occasione di ringraziamento al Signore per i fratelli e le sorelle che continuano a portare il Vangelo in ogni parte del mondo.

A Catania, quest’anno, in preparazione della Giornata, la sera prima (giovedì 23 marzo alle ore 19.45), presso il Seminario arcivescovile, si terrà una veglia di preghiera. Il tema proposto è: “Di me sarete testimoni”. Parole esplicite per ricordarci che il mandato missionario è per tutti, perché tutti i battezzati in ogni circostanza siamo chiamati ad essere testimoni di Gesù, del Vangelo, della nostra fede. In quest’occasione siamo invitati a pregare e digiunare per tutti i missionari e in particolare per chi ha perso la vita.

Durante la veglia vogliamo ricordare il nostro padre Puglisi nel suo trentesimo anniversario della morte (avvenuta il 15/9/1993), assassinato da Cosa Nostra nel giorno del suo 56° compleanno, a causa del suo costante impegno evangelico e sociale. Ma vogliamo ricordare anche le due missionarie italiane uccise nell’anno 2022, Luisa Dell’Orto e Maria De Coppi. La prima, nata a Lamagna (Lecco), da 20 anni era in missione a Port-au-Prince, capitale di Haiti; veniva chiamata “l’angelo dei bambini di strada” per il suo impegno a favore dei più piccoli e poveri in mezzo a cui viveva. Un commando l’ha freddata con 4 colpi di arma da fuoco lo scorso giugno, mentre rientrava a casa a bordo della sua auto. La seconda, nata a Santa Maria di Piave, missionaria comboniana, trasferitasi in Mozambico, dove risiedeva da circa 60 anni, è stata uccisa in un barbaro attentato nella missione di Chipene nella notte fra il 6 e il 7 settembre scorso, colpita da un proiettile alla testa; è deceduta subito.

In totale nel 2022 sono stati uccisi 18 missionari e missionarie: 12 sacerdoti, 1 religioso, 3 religiose, 1 seminarista, 1 laico. Dal 2001 ad oggi i missionari/e cattolici uccisi sono 634. Ma oltre ai missionari/e, ci sono vittime fra i comuni cristiani, centinaia, migliaia di cattolici uccisi in molti paesi del globo il cui resoconto è fornito dall’“Aiuto alla Chiesa che soffre”. La maggior parte di loro è morta proprio a causa del fondamentalismo religioso o etnico. Ma anche quando il motivo può essere la semplice rapina, è un fatto che segue una tendenza: si uccide il cristiano perché è indifeso, non porta armi, non si vendica, perché si impegna per i diritti umani, per il recupero psicologico delle vittime di guerre civili, perché parla di uguaglianza sociale, promuove la cultura per tutti.

Riconosciamoci tutti peccatori (spesso di “omissione” per non aver fatto nulla per l’altro vicino o lontano), invochiamo la misericordia del Signore, perdoniamoci a vicenda dal profondo del cuore.

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