di Giuseppe Adernò

Una diligente e accurata rivisitazione del testo della Chanson de Roland ha offerto ai Fratelli Napoli, storica famiglia di pupari catanesi, l’opportunità di proporre ad un numeroso pubblico una lezione di pace ed un vibrante messaggio di armonia e di conciliazione tra popoli e nazioni.

Nella splendida e solenne chiesa di San Nicolò, un tempo chiesa abbaziale dei Monaci Benedettini, è stato allestito il caratteristico teatrino dei Pupi siciliani, preziosa testimonianza di un’arte e di una cultura di comunicazione popolare che la Famiglia Napoli ha saputo custodire, valorizzare e diffondere.

I pupi siciliani si distinguono dalle altre marionette essenzialmente per la loro peculiare meccanica di manovra gestita dai manianti e per il repertorio, costituito quasi per intero da narrazioni cavalleresche derivate in gran parte da romanzi e poemi del ciclo carolingio.

Nel 2008 l’arte e la bottega dei Fratelli Napoli è stata riconosciuta dall’Unesco come “patrimonio immateriale dell’umanità”.

I figli di don Gaetano Napoli, Pippo, Rosario e Natale, hanno raccolto l’arte e l’attività del padre avviata nel 1921 , dando voce agli artistici pupi, alti 1,30 mt. e pesanti fino a Kg. 35.

Nel programma del 18° Festival della Comunicazione, in preparazione alla 57.ma Giornata delle comunicazioni, sul tema “Parlare col cuore e farlo con mitezza secondo verità nella carità”, che sarà celebrata a Catania il 21 maggio, insieme agli incontri culturali, presentazione di libri, proiezioni di film, gruppi orchestrali e musicali, è stata inserita anche la speciale comunicazione teatrale attraverso il linguaggio dei pupi siciliani.

Numerosi turisti hanno apprezzato con curiosità e ammirazione l’elegante rappresentazione curata magistralmente dai Fratelli Napoli, nei variopinti pannelli di sfondo alle diverse scene, nella suggestiva armonia musicale adatta ai momenti di dialogo e di duello e ancor più per la vibrante comunicazione espressiva degli attori che hanno dato voce ai cavalieri di Carlo Magno dagli originali costumi e vivaci colori.

Durante la rappresentazione all’attento pubblico il dialogo dei paladini di Francia ha rievocato alla mente e al cuore una possibile trattiva di pace tra Putin e Volodymyr Zelensky ed è stato costante e più volte ripetuto l’invito a trovare la conciliazione, a seguire la via del Signore, all’essere coerenti con la propria vocazione, a conservare i valori della cooperazione indirizzata al bene comune, nell’aiutare i deboli e portare i benefici della pace nel mondo.

Nell’intervento conclusivo l’Arcivescovo Mons. Luigi Renna e Suor Cristina Beffa, delle Figlie di San Paolo, hanno molto apprezzato l’artistica rappresentazione e l’originale conclusione del racconto che si differenza dalla tragica scena di morte nel duello tra Orlando e Gano di Magonza, trasmettendo agli spettatori un messaggio di pace e di amicizia.

Il desiderio dei Fratelli Napoli di avere una sede stabile come mostra permanente a custodia e documentazione di una così pregevole arte, trova il consenso di tanti e si auspica in una non lontana attuazione.

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