di Don Antonino De Maria

Nei giorni scorsi S. G. l’arcivescovo anglicano Ian Ernest, rappresentante del Primate anglicano presso la Santa Sede e Direttore del Centro Anglicano in Roma, ha visitato la nostra città, nella sua prima volta in Sicilia. In questa occasione ho avuto modo di incontrarlo e scoprire la sua affabilità e l’amicizia con la quale si sente legato a Papa Francesco. Originario delle Isole Mauritius, è rimasto molto colpito dalla storia di sant’Agata e della nostra città come della cordiale accoglienza dei suoi cittadini. Il nostro incontro si è espresso in due momenti: uno conviviale e uno culturale. Ci siamo, infatti, ritrovati a pranzo attorno ad un tavolo ecumenico dove eravamo presenti rappresentanti della Chiesa cattolica (oltre me don Piero Belluso, parroco delle parrocchie Crocifisso della Buona Morte e san Berillo in santa Maria Ammalati) e della Chiesa ortodossa del Patriarcato di Costantinopoli, padre Apollinare. Tutto si è svolto nella gioia dell’incontro fraterno e del buon cibo.

Nel pomeriggio si è svolta una tavola rotonda organizzata dalla sezione dei Lions – Terre Gentilizie – e della Fidapa intorno al tema: La Diversità al servizio del bene comune. S.G. Ian Ernest ha parlato del ruolo del Centro anglicano per la collaborazione tra cristiani per la giustizia e la pace nel mondo. A me è toccato il tema: La convivialità delle differenze. La pace è convivialità. Ho potuto così sviluppare e presentare alcuni temi trattati dall’enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco, partendo dagli spostamenti concettuali e di postura nel reciproco incontrarsi: il passaggio dal diverbio al dialogo; dall’identità come fonte di contrapposizione all’identità come differenza arricchente. Un cambiamento di paradigma che permette di incontrare le persone, oltre e attraverso le dottrine culturali e religiose di cui sono portatrici, oltre lo schema amico-nemico e in una relazione profondamente ed esistenzialmente umana. Ho sviluppato il principio agapico come fondamento dell’amicizia sociale, Il principio dialogico e la pace come attività “artigianale” e creativa, come sono presentati nell’enciclica stessa.

Altri due interventi hanno sottolineato il bisogno di superare le divergenze e le esclusioni e il ruolo delle donne nei processi di pace.

È stato un vero momento di ascolto, attento, appassionato, come hanno rilevato sia don Giovanni La Rosa, pastore della comunità anglicana in Randazzo che il sindaco di Sant’Agata Li Battiati, il dott. Marco Rubino. Anche in questo caso l’arte culinaria di chi ci ha ospitato, la sig.ra Raffaella Randazzo, ha concluso in modo eccellente la giornata

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