C’era una volta il refettorio di Don Bosco, a Valdocco, dove si riunivano ogni giorno tanti Santi e dove nascevano le idee migliori. Non c’era molto cibo, ma c’era un ingrediente molto più importante a dire la verità: c’era l’Allegria. Poi c’era il suo oratorio che pullulava di bambini e ragazzi di tutte le età e tutti allegri e con un sogno nel cuore. E San Giovanni Bosco a fine anno faceva loro sempre un regalo spirituale, una strenna appunto, che facesse loro da guida per tutto l’anno.

Dunque, quale modo migliore per aprire la strenna di quest’anno se non con un breve momento di fraternità. Poi, in una sala come sempre gremita di rappresentanti di tutti i tipi e di tutte le età e provenienti da tutte le case salesiane di Catania e dintorni, si è aperta la conferenza. Erano presenti anche i ragazzi del Movimento Giovanile Salesiano e quelli dell’Oratorio San Giovanni Paolo II di Librino.

Si è aperta così la settimana di eventi e celebrazioni dedicata a Don Bosco, che culminerà nella veglia di martedì 30 e nella celebrazione eucaristica del 31 gennaio, che si svolgeranno presso l’istituto Maria Ausiliatrice di via Caronda.

Ma veniamo ai contenuti essenziali della strenna, presentati da Don Franco Di Natale. Tenere vivi i propri sogni e non permettere mai a nessuno di rovinarli. Il sogno dei 9 anni di Don Bosco non era il suo sogno, ma era il sogno di Dio per lui e per tanti giovani che senza di lui si sarebbero perduti. Perseguire un sogno richiede tenacia e coraggio, ma soprattutto richiede il supporto di tutta la Famiglia Salesiana catanese e siciliana per aiutare i giovani a crescere bene, soprattutto i più poveri. Occorre essere discepoli di Dio inviati per divenire profeti tra i giovani. Il sogno dei 9 anni ricorse nella vita di Don Bosco per circa 16 volte, ma solo verso la fine della sua vita egli comprese veramente il senso di quel sogno: “Vai e trasforma questi lupi e belve feroci in agnellini, ma dovrai farlo con la Carità, non con la forza.” E Don Bosco ne fece “Buoni cristiani, onesti cittadini e futuri abitatori del regno dei cieli”.

Ma nella realizzazione del suo sogno egli non era solo, al suo fianco c’erano due madri, due donne, mamma Margherita e soprattutto Lei, la Madonna, che egli chiamava Ausiliatrice. Nulla di grande infatti può essere compiuto senza l’aiuto di Maria, madre di Dio e madre nostra. Il rettor maggiore indica 12 piste da percorrere calandole ognuno nella propria realtà locale e perseguendole insieme come Famiglia. Essere suscitatori e amministratori di sogni nei giovani è uno degli obiettivi più grandi della Famiglia Salesiana di Catania. Per farlo occorre credere nel miracolo dell’educazione, perseguire sempre la pedagogia di Don Bosco (Ragione, Religione e Amorevolezza). Avere un occhio sempre attento verso i ragazzipiù poveri e lasciarsi guidare sempre da Maria Ausiliatrice. Vivere in comunità condivise con i giovani, come accade oggi in particolare nell’oratorio di Librino, ma anche in tutti gli oratori e le case salesiane. L’ Amore di Dio e di Maria ci guida sempre e solo così vedremo piccoli, grandi miracoli.

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