Una teca. Dei fiori e una candela accesa. Una camicia macchiata di sangue, il sangue di Rosario Livatino, testimone laico in una terra, quella di Sicilia, in cui arrendersi e girarsi dall’altra parte sembrava essere la legge silenziosa che ammorbava le coscienze degli ignavi, di coloro che preferivano vivere per sé stessi una vita senza luce e senza meta. E una preghiera che il beato era solito recitare: “Signore, dammi il peso del coraggio e la forza del Vangelo … fammi essere non solo credente, ma credibile e testimone del Tuo Amore eterno. Mi metto sotto la tutela di Dio e sotto il manto di Maria per seguire la Via, la Verità e la Vita”. E noi, oggi, ci interroghiamo sulla strada da percorrere? E sulla meta da raggiungere?

Dinanzi alla reliquia di un giudice martire e testimone della verità, sorge spontanea la domanda se la vita associativa, dove si condividono scelte, responsabilità, fatiche e dolori, gioia e speranza, sia il luogo adatto a far sì che ci si accorga del fratello che ci sta accanto e dei suoi bisogni. E se questo cammino viene proposto e vissuto dentro la Chiesa in nome di Colui che ha scelto di morire sulla croce perché non poteva fare a meno di amarci follemente, cosa cambia? Beh, certamente cambia tutto!

Domenica 25 febbraio. Mascalucia e i paesi vicini sono avvolti dalla nebbia e da una pioggerellina che scende leggera e costante da un cielo plumbeo che sembra far presagire il peggio, mentre l’Etna pian piano si ricopre di un candido mantello bianco e soffice. Tutto tace per le vie. Nelle case bisbigliano voci domenicali di bimbi e di riposo. Ma non nella Casa degli Esercizi Spirituali dei Padri Passionisti. Lì tutto freme. La famiglia diocesana di Azione Cattolica si è riunita, si incontra e si abbraccia. Sorrisi, mani nelle mani, sguardi di complicità e lacrime commosse per un ciclo di presidenza, quella di Tony Bonaventura, che sta per chiudersi dopo un settennio di impegno laborioso e generoso sotto la sicura guida di Mons. Salvatore Genchi assistente unitario di una famiglia che, con gli assistenti diocesani Padre Salvatore Cubito, Padre Alfio Lipera e Padre Francesco Abate, ha saputo coniugare attenzione e creatività evangelica da donare a chi ha accolto l’invito a seguire Cristo e la Sua Parola. E il Covid ne è testimone!

“Testimoni di tutte le cose da Lui compiute” è l’invito custodito negli Atti degli Apostoli e rivolto a tutti gli associati di Azione Cattolica fino al 2027, chiamati a testimoniare nella quotidianità il “senso della laicità” dell’accompagnarsi e dell’accompagnare chi, piccolo o anziano, si interroga sul senso della vita, sulla fede, sulla speranza e sul perché l’uomo nella sua solitudine non riesce a soddisfare pienamente il desiderio di camminare verso la salvezza promessa da Cristo, ma che per farlo ha bisogno dell’altro, di un compagno di viaggio fedele e appassionato.

L’Arcivescovo metropolita di Catania, monsignor Luigi Renna, rivolgendosi paternamente all’assemblea, esordisce rimandando a una riflessione del filosofo medievale del XII secolo, Bernardo de Chartres, il quale affermò che “Noi siamo nani sulle spalle dei giganti”, in quanto “noi abbiamo costruito su ciò che era stato costruito da altri e così dovrà fare chi verrà dopo di noi. La Chiesa è questa, e l’Azione Cattolica, che ben interpreta lo stile ecclesiale e lo stile della vita diocesana, è questa. Abbiamo imparato che – continua l’Arcivescovo durante la celebrazione eucaristica – il nostro cammino di Chiesa, soprattutto quando siamo chiamati a fare discernimento, è un’Eucarestia dilatata nelle azioni, nel nostro sentire, nella nostra adesione al Signore, un cammino esigente che si espande in quelle realtà nelle quali la vostra vocazione cristiana testimonia, annuncia, santifica. La Trasfigurazione del Signore diventa la guida che ci fa comprendere il senso della testimonianza cristiana, e per essere testimoni occorre averLo incontrato. E l’Azione Cattolica è luogo ed esperienza di incontro, di preghiera e di servizio. E’ il luogo in cui si gusta la bellezza dell’essere Chiesa. Fate sì che gli altri, guardandovi, desiderino essere dei vostri. Spendetevi e adoperatevi perché i giovani e i ragazzi trovino nell’Azione Cattolica un luogo in cui abitare e non sostare, dove diventino ‘tabernacoli’ di incontri con Dio e con i fratelli, che ci fanno comprendere che la vita cristiana è servizio e carità. Sappiate ricominciare sempre dall’esperienza degli incontri spirituali con Cristo. Non delegate. Non rimandate la vostra presenza nella Chiesa di Catania. Sappiate che la vostra destinazione è il Paradiso”.

Domenica 25 febbraio è la domenica dei saluti ma anche dei nuovi inizi. E’ la domenica in cui Tony Bonaventura saluta i membri del Consiglio diocesano con cui ha costruito una fraterna relazione e un servizio alla comunità diocesana e alla Parola di Dio, seminata e raccolta. “Mi sono reso conto – afferma il presidente uscente – che ormai l’Azione Cattolica è la costante nella mia vita nella logica della Grazia di Dio. Non ho ricevuto un incarico ma un dono, la possibilità di contemplare la fede di persone generose e di fare esperienza di ciò che a molti appare come una sfida: l’Azione Cattolica come palestra di sinodalità. Dove cominciano i nostri limiti, lì si sprigiona la potenza dello Spirito Santo. È necessario, nel tempo e nella storia, aprire nuove vie per osare e immaginare, e per immaginare si deve sognare, e per sognare si deve pensare, e per pensare non si può fare a meno di ascoltare, e per ascoltare è inevitabile camminare insieme e dialogare.”

L’assemblea di Azione Cattolica, da quella parrocchiale a quella diocesana, è partecipazione democratica alla vita della Chiesa, è scelta. E Mariangela Signorello, Massimo Stella, Alessandro Giuffrida, Filippo Rivoli, Lorenza Ciaramella e Graziella Pennisi per il settore Adulti, Martina Sinitò, Gaetano Caraci, Roberto Pappalardo, Maria Santa Lipera, Santo Signorello e Agnese Catalano per il settore Giovani, Simone Ferrera, Ketty Aletta, Daniele Scollo, Mariagrazia Fallica, Francesco Signorello e Melissa Ferruccio per il settore Ragazzi, insieme ai delegati per l’assemblea nazionale Chiara Barbagallo, Lorenza Ciaramella e Gaetano Gatto, sono la scelta, sono il futuro diocesano catanese della grande famiglia di Azione Cattolica. Successivamente questo Consiglio diocesano eletto, insieme ai segretari dei movimenti costituiti, si riunirà sotto la presidenza uscente per indicare una terna di nominativi da proporre all’Arcivescovo per l’individuazione del futuro presidente diocesano, che verrà eletto durante la seduta successiva dallo stesso Consiglio, secondo gli articoli 10 e 11 del Regolamento di Attuazione Nazionale di Azione Cattolica.

Gioia, commozione, stupore, entusiasmo. Un’altra domenica è finita, ma non una domenica qualsiasi. È ormai pomeriggio e il sole del tramonto riscalda i volti di chi è stato Chiesa e promette di impegnarsi, giorno dopo giorno, ad essere ancora Chiesa. Salvo Scibetta, presidente diocesano dell’Azione Cattolica di Agrigento con la sua delegazione, che ha prudentemente gestito questa “scelta”, abbraccia la camicia insanguinata di Rosario Livatino per portarla laddove ancora c’è da lavorare per la vigna del Signore.

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