Un’alleanza tra le generazioni consente all’uomo di valorizzare le nuove risorse tecnologiche. Senza esserne schiacciati. C’è una indicazione operativa molto chiara alla fine del recente messaggio del Papa in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che ha ancora una volta a tema l’intelligenza artificiale e la sapienza del cuore. Interrogativi profondi stanno emergendo dall’intravedere le molte possibilità che le tecniche di Intelligenza Artificiale dischiudono, nei più svariati campi del sapere e della vita quotidiana.

Non sono immuni da questi interrogativi – anzi ne stanno sottolineando sempre più potenzialità e rischi – neppure le comunicazioni sociali, tutti quei settori in cui la comunicazione e la diffusione delle informazioni coinvolgono un enorme numero di persone e veicolano giudizi e visioni della realtà. Come vivere con responsabilità questo lavoro prezioso, come garantire la correttezza delle informazioni, come far sì che quanto viene diffuso sia aderente alla realtà, anziché il sofisticato prodotto di algoritmi allenati a riprodurre un certo tipo di contenuti?

A queste domande, a questi interrogativi non c’è una risposta preconfezionata, già scritta. Spetta all’uomo un ruolo insostituibile, quello di valutare e decidere come usare queste possibilità, se farsi schiacciare dalle possibilità delle nuove tecnologie o mettere in gioco il proprio cuore e la propria ragione per vivere con sapienza di fronte a questa sfida. Ma questa possibilità – ed è questa l’indicazione che sembra emergere – cresce nell’alleanza tra le generazioni, tra chi ha memoria del passato e chi ha visione di futuro.

Paradossalmente, le persone in età più avanzata – quando decidono di mettersi in gioco – sono quelle che oggi possono trarre più vantaggi da un uso corretto delle tecnologie più recenti, perché hanno ancora una memoria viva del passato in cui la realtà era effettivamente il punto di riferimento, e vedono dunque la tecnologia più recente come un semplice e utile strumento, i cui criteri di applicazione vanno sempre commisurati alla reale situazione, e la cui valutazione deve sempre fare riferimento ad una visione e ad una conoscenza più ampia del contesto.

La sensoristica moderna installata a bordo delle auto oggi è capace in linea di principio, anche con tecniche di intelligenza artificiale, di riconoscere i segnali stradali, le sagome dei pedoni e dei ciclisti, l’attraversamento di una striscia che delimita una corsia, e tanto altro. Chi guida un’auto con queste potenzialità sa tuttavia che i segnali stradali sono spesso fasulli, perché magari lasciati al loro posto per anni dopo l’esecuzione di lavori temporanei, sa anche che il riconoscimento delle corsie è qualcosa di utile solo nei lunghi percorsi autostradali e non certamente in città. E dunque utilizza cum grano salis, con discernimento, queste indicazioni, in base alla lunga esperienza del contesto reale. Chi non ha, per ragioni di età, un approccio alla realtà che non passi esclusivamente attraverso piattaforme digitali, rischia talvolta di accettare con troppa fiducia quanto viene fornito attraverso questi mezzi di comunicazione.
È come se in matematica, nel fare una moltiplicazione o nell’estrarre una radice quadrata, non avessimo mai avuto esperienza del come queste operazioni si possano anche fare con la penna su un foglio di carta, ma sapessimo soltanto che digitando opportunamente una serie di numeri sui tasti di una calcolatrice o di un computer avremo la risposta al quesito. Ma chi era abituato a fare dei calcoli anche manualmente riesce a valutare con più facilità se la risposta della calcolatrice è palesemente sbagliata, semplicemente perché ha schiacciato male un tasto, e dunque nell’usare una calcolatrice saprà valutare criticamente il risultato, cioè se il risultato corrisponde a quanto è ragionevole. È un lavoro che la scuola, la buona scuola, dovrebbe aiutare a fare, particolarmente per i ragazzi delle elementari e delle medie inferiori.

Ancor di più questo vale per le informazioni che riguardano il mondo reale, dalle scienze sperimentali ai fenomeni sociali, settori nei quali ciascun dato dovrebbe essere paragonato a quanto ragionevolmente possiamo attenderci in base alla nostra esperienza passata e alla conoscenza di base della realtà. Solo questo paragone può aiutare a difenderci, per quanto possibile, dalle fake news. L’alleanza con le giovani generazioni, più pronte a capire il funzionamento delle attuali tecnologie, dalla sensoristica di un’automobile alle potenzialità di uno smartphone, e soprattutto più preparate ad inventarne di nuove, può risultare vincente, in questa capacità di usare il nuovo senza perdere memoria del passato, in questo lavoro per sfruttare al meglio quanto l’intelligenza, quella umana, sta realizzando.

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