Musica, risate gioiose, il rumore di un pallone che rimbalza: questa è l’atmosfera che si respira non appena si varca la soglia dell’oratorio San Filippo Neri, storico oratorio situato in via teatro Greco.  “Qui, attraverso l’interazione con gli animatori e con i loro coetanei, i bambini imparano i valori fondamentali come il rispetto, la solidarietà e la responsabilità”. Ad accoglierci è il direttore Giuseppe Salomone, nonché cuore pulsante dell’oratorio, essendo stato lui stesso un “grestino”, ed avendo abbracciato poi il ruolo di educatore e successivamente di direttore.

“Oggi è tutto un po’ più difficile, le esigenze sono diverse. Basti pensare che su 10 bambini, 6 presentano dei sintomi autistici”. continua il direttore Salomone, facendo emergere i problemi e le difficoltà che oggi i giovani incontrano. “I ragazzi hanno tanto bisogno oggi di essere ascoltati e soprattutto di essere seguiti”.

L’oratorio San Filippo Neri è un luogo di crescita personale e non solo; è anche un rifugio per coloro che sono più vulnerabili nella società. “Collaboriamo con la Croce Rossa per offrire servizi ai senzatetto”, afferma il direttore Giuseppe. “Ognuno di loro ha un paio di ciabatte. La mattina arrivano e possono farsi una doccia.” Inoltre, l’oratorio dispone di un programma speciale per i giovani provenienti dal carcere, offrendo loro un’opportunità di riscatto e reinserimento nella società.

“Non si tratta solo di fornire un servizio”, afferma Carmen, appassionata volontaria dell’oratorio, “ma di creare un ambiente dove i bambini possano crescere, imparare e sentirsi amati”. “ Questo luogo storico nasce nel 1750 con i padri filippini,  ma dopo anni di chiusura riapre nel 1885 con i salesiani. L’oratorio apre le sue porte dal lunedì al sabato, accogliendo bambini e ragazzi dalle 15:45 alle 18:45, e offrendo un ricco programma di attività educative e ricreative come la danza, il teatro, ma anche laboratori manuali e servizi di doposcuola. I volontari sono circa una cinquantina, con 40 bambini che in estate arrivano a quota duecento.

“Dopo aver fatto l’esperienza del servizio civile, ho sentito il desiderio di approfondire il mio impegno sociale e spirituale”, ha spiegato un altro giovane volontario, Giuseppe. “Ho intrapreso un percorso di formazione che mi ha portato a diventare un Salesiano cooperatore, impegnandomi a seguire lo stile di Don Bosco ovunque io vada”.

Questo impegno profondo si traduce concretamente nelle attività quotidiane dell’oratorio. Giuseppe si occupa principalmente del progetto teatrale dell’Oratorio, offrendo ai ragazzi l’opportunità di esprimersi e di crescere attraverso il teatro, proprio all’interno di quello che è un teatro importante per la città, da cui lo ricordiamo sono passati personaggi come Pippo Baudo, Leo Gullotta e Tuccio Musumeci. “Cerchiamo di offrire ai ragazzi una varietà di attività che li aiutino a sviluppare le loro abilità e a esplorare nuovi interessi”, continua a raccontare Giuseppe, rafforzando l’idea dell’oratorio come di un luogo capace di promuovere anche la cultura.

Infine, non è possibile tralasciare quelli che sono gli elementi fondamentali di questo luogo, la carità e la solidarietà che si esprimono attraverso la vicinanza e la comprensione “Abbiamo ragazzi che vengono da situazioni difficili a casa”, ha rivelato Giuseppe. “Per esempio ricordo la storia di un ragazzo che ha trovato nell’oratorio un punto di riferimento e un supporto emotivo. Si è sentito compreso qui, e questo gli ha permesso di affrontare meglio le difficoltà che stava vivendo”.

L’oratorio diventa dunque non solo luogo di sostegno individuale, ma anzitutto un promotore del cambiamento sociale di una comunità. Grazie all’impegno e alla dedizione dei volontari, questo luogo continua a essere motivo di speranza e di crescita per i giovani e per l’intera comunità.

 “Educare è una cosa del cuore”, diceva Don Bosco, ed è proprio con il cuore che i volontari dell’oratorio San Filippo Neri portano avanti le loro attività, affermandosi ogni giorno come punto di riferimento per le famiglie del quartiere.

Foto di Luca Artino

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