La solennità di Pentecoste ha donato alla nostra comunità e ai fedeli che partecipano alla Messa domenicale, sia a quella conventuale delle ore 9.00 sia a quella in inglese delle ore 11.00, di vivere un momento intenso di grande comunione. Sono trascorsi 40 anni dalla nascita del Silsilah, movimento per il dialogo interreligioso tra cristiani e musulmani fondato nell’isola di Mindanao da padre Sebastiano D’Ambra missionario del PIME, originario di Acitrezza. Dal momento che dall’agosto 2022 abbiamo il privilegio di ospitare una delle missionarie consacrate della comunità Emmaus che è parte attiva del Silsilah, ci siamo sentite particolarmente coinvolte. Grazie ad Elizabeth Solis, iscritta all’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Luca” a pochi passi dal nostro monastero e precedentemente sede del PIME, la conoscenza con padre Sebastiano D’Ambra è divenuta legame, occasione di confronto e di arricchimento spirituale. Un dono di grazia per cui diciamo grazie. A Dio prima di tutto che sa tessere momenti ed eventi che hanno dello straordinario e familiare allo stesso tempo.

E così, durante entrambe le celebrazioni eucaristiche sempre impreziosite dall’affabilità del nostro cappellano don Antonino La Manna, abbiamo ricordato questo Movimento il cui nome dall’arabo vuol dire anello di una catena, ma anche albero genealogico, e che opera per la pace nel mondo. Commovente è stato pure il fare memoria di un confratello e collaboratore stretto del Fondatore, padre Salvatore Carzedda, originario della Sardegna, ucciso nel 1992 a Zamboaga City, nel periodo difficile in cui si avviava il cammino di dialogo tra le fedi religiose. Davvero il seme dei martiri è foriero di grande fecondità e oggi il Movimento, grazie ai numerosi collaboratori, è attivo non soltanto nella ricerca di una serena e amichevole convivenza tra religioni diverse ma anche in opere di assistenza alle tante povertà di quella gente. Dopo la pandemia il movimento ha dato vita all’ “Emmaus College of Theology” , l’unico nelle Filippine specializzato nel dialogo interreligioso riservato ai giovani cattolici per formarli a diventare buoni animatori nelle loro parrocchie e nella società.

Grazie all’interessamento e all’organizzazione della nostra ex-alunna Lucia Di Mauro insieme al marito e altri laici del gruppo catanese dell’Associazione Dialogo legati all’attività del Silsilah, è stato possibile vedere un filmato illustrativo delle attività del Movimento preceduto dalla testimonianza di Elizabeth – per tutti Beth – segno vivo di quella comunione condivisa che ha il suo centro in Cristo e che si esprime nella gioia del Vangelo.

Dialogo e pace, pilastri della  “Missione Silsilah”

e quindi impegno primario di quanti vi fanno parte, sono vocaboli, o meglio stili di vita, tanto cari anche a san Benedetto che, in quella sublime sintesi biblica che è la Regola per i monaci, vengono proposti come necessaria quotidiana incarnazione perché la comunità cresca e si rafforzi: la nostra piccola comunità monastica palpitante nella grande comunità della Chiesa universale.

Una nota ci sia permessa a riguardo della celebrazione in lingua inglese che, dal 6 agosto scorso, voluta dal nostro Arcivescovo S. E. mons. Luigi Renna per i turisti, ma che di fatto, grazie alla frequenza di un nutrito gruppo di famiglie americane di Sigonella al quale si stanno via via aggiungendo altri fratelli e sorelle di varie nazionalità, è diventato un appuntamento stabile e che, nella domenica di Pentecoste, ha espresso nella varietà delle lingue l’unica comunione orante: sono infatti risuonati canti in spagnolo, in nigeriano, in italiano, in inglese, nel dialetto filippino e qualche nota di gregoriano. Come ci ricorda papa Francesco, «oggi nel mondo c’è tanta discordia, tanta divisione. Siamo tutti collegati eppure ci troviamo scollegati tra noi, anestetizzati dall’indifferenza e oppressi dalla solitudine. Tante guerre, tanti conflitti […]. Di fronte al male della discordia, i nostri sforzi per costruire l’armonia non bastano. Ecco allora che il Signore, al culmine della sua Pasqua, al culmine della salvezza, riversa sul mondo creato il suo Spirito buono, lo Spirito Santo, che si oppone allo spirito divisore perché è armonia, Spirito di unità che porta la pace».

Davvero, aver condiviso questa mattinata di preghiera e approfondimento, è stata un’esperienza bellissima, ossia la bellezza di questo camminare in sinodalità che è credibile e luminoso annuncio di un Amore più grande e più alto ci fa essere icona della Chiesa sposa e madre: consacrati e laici, contemplative e missionari, religiosi e sposi cristiani. Noi tutti battezzati!

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