L’incontro “Verso la Piazza della Democrazia” ha rappresentato un’importante tappa nel percorso avviato dalla Settimana Sociale di Trieste, un cammino di ascolto e condivisione che la diocesi di Catania ha voluto approfondire nel quartiere di San Cristoforo. Organizzato dall’Ufficio Pastorale per i Problemi Sociali e il Lavoro della Diocesi di Catania, con il contributo del direttore Padre Alfio Carbonaro e della relativa consulta, e dal Cantiere per Catania,  l’evento ha visto la partecipazione dell’arcivescovo di Catania, monsignor Luigi Renna e di numerose realtà del territorio impegnate nell’educazione, nell’inclusione sociale e nella promozione del lavoro dignitoso.

Mirko Viola, che ha moderato l’evento, in avvio ha reso la sua testimonianza sulla Settimana Sociale di Trieste. Nel corso del dibattito, Viola ha più volte sottolineato l’importanza della tessitura di legami sociali e della cura dell’altro, elementi fondamentali per una vera democrazia.

Le realtà presenti nel quartiere si raccontano

Diversi rappresentanti delle realtà locali sono intervenuti per presentare il lavoro che quotidianamente svolgono a beneficio della comunità nel quartiere di San Cristoforo o nelle altre periferie. Tuttavia, il loro impegno non si limita all’assistenzialismo, ma mira a promuovere l’autonomia e la crescita sociale, come ha evidenziato Pietro Maugeri del Banco Alimentare. La necessità di un intervento strutturale è stata ribadita anche da Maurizio Attanasio (CISL), che ha sottolineato come la riqualificazione urbana non possa prescindere dalla riqualificazione sociale e da una maggiore coesione tra i diversi enti.

Uno dei temi centrali della discussione è stato il ruolo della scuola come strumento di emancipazione e pari opportunità per le famiglie del quartiere. Maria Paola Iaquinta, preside dell’I.C. “Cesare Battisti”,  ha sottolineato la necessità di mettere a sistema i progetti educativi affinché diventino un diritto per tutti.

Un esempio concreto arriva da “Stella Polare Onlus”, che, grazie al contributo di volontari provenienti anche dal nord Italia e dall’estero, ha ristrutturato una vecchia fabbrica di mobili per offrire attività educative e formative ai giovani del quartiere, con l’obiettivo di accompagnarli fino all’inserimento nel mondo del lavoro.

Il dibattito ha affrontato anche questioni cruciali come la dignità del lavoro, i servizi sociali e la costruzione di una rete di supporto tra le realtà presenti nel quartiere. Rosaria Leonardi (CGIL) ha posto l’accento sulla necessità di garantire condizioni lavorative dignitose e accessibili per tutti, sottolineando che l’emergenza del territorio non è il turismo, ma il sostegno concreto ai lavoratori e alle famiglie. Angelo Mazzeo (UGL) è intervenuto per ribadire l’importanza di un supporto più efficace ai lavoratori, mentre ERIS ha sottolineato la necessità di combattere i pregiudizi interni ed esterni che portano gli stessi abitanti a un’autoghettizzazione.

Dall’incontro è emersa una chiara esigenza: la costruzione di un patto territoriale che metta a sistema le varie iniziative e crei un coordinamento stabile. Simona Laudani, del Comitato per il Contrasto alla Povertà Educativa, ha proposto un modello di rete tra tutte le realtà coinvolte, sottolineando l’importanza della prima comunità educante integrata, che sorgerà ad Adrano.

Suor Rosalia, delle congregazione delle Suore della Divina Provvidenza, ha raccontato la presenza secolare delle suore nel quartiere e ha annunciato che da settembre, grazie a un accordo con la Fondazione “Ventorino”, nell’istituto di via della Concordia  partirà un asilo gratuito per i bambini del quartiere.

Quindi Gabriele Pocina, dottorando presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, ha presentato il documento “Assieme per San Cristoforo”, offrendo una perfetta sintesi del lavoro svolto negli ultimi mesi e sottolineandone gli obiettivi strategici.

L’arcivescovo: le strutture da sole non bastano

Mons. Renna ha chiuso l’incontro ribadendo che lo sviluppo economico deve andare di pari passo con quello sociale: non basta aprire attività commerciali per garantire un reale cambiamento, come non basta fermarsi a pensare solo a costruire nuove strutture (Il caso Librino insegna), ma è necessario creare una comunità coesa, capace di progettare il proprio futuro insieme. Ha poi evidenziato come la partecipazione non sia solo un metodo, ma uno stile di vita e di costruzione sociale. Ha quindi lanciato un appello per un maggiore coinvolgimento dei cittadini nei prossimi incontri, affinché la “Piazza della Democrazia” sia davvero un luogo di confronto e crescita collettiva.

“Il futuro richiede presenza, richiede di non mollare”, ha sottolineato l’Arcivescovo. “Dobbiamo lavorare insieme, non per gli altri, ma con gli altri: solo così possiamo costruire una democrazia vera e partecipata”. Ha inoltre rimarcato l’importanza della società civile, che deve stimolare la politica, e ha concluso affermando che la diversità di voci è la ricchezza più grande.

L’incontro ha rappresentato un passo importante in questa direzione, ma il cammino è ancora lungo. La vera sfida sarà trasformare il dialogo in azioni concrete che possano incidere positivamente sul tessuto sociale di San Cristoforo e dell’intera città di Catania.

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