“Mattone su mattone, viene su la grande casa…”, cominciano con le note di questa canzone i pomeriggi della seconda edizione del GREST promosso dall’Associazione Cappuccini e dalla Parrocchia Sacro Cuore di Gesù ai Cappuccini e dall’Agesci. A spiegare il titolo “Toc toc: Io sarò con voi tutti i giorni” ci pensa padre Augusto, il parroco, che conduce i bambini e i volontari a immaginare la costruzione di una casa, con una porta che si apre dall’interno a Qualcuno che bussa da fuori, un Amico che vuole entrare per farsi compagno.

Il centro diocesano di via Raciti si riempie delle voci dei partecipanti: bambine e bambini provengono da un’esperienza di doposcuola che li accompagna per tutto l’anno, ma ci sono anche fratellini, sorelle, amici che si sono uniti per l’occasione. Lo stesso passaparola che ha convogliato i volontari, sia adulti che giovani. Sono ex alunni del doposcuola, che tornano per occuparsi dei più piccoli, sono ragazzi e ragazze incontrati e attratti dalla gioia contagiosa dei compagni.

Il pomeriggio scorre tra canti, laboratori per realizzare magliette personalizzate e giochi in cortile. La ventilazione dell’ampio spazio rende più sopportabile il caldo estivo e risuonano le grida di gioia dei più piccoli mentre arriva la merenda: tutti si mettono in fila per avere la prima razione e il bis dei panini al latte con la Nutella, gelati o pizzette.
Per gli iscritti sono state organizzate anche diverse attività: una mattinata al mare presso la Colonia don Bosco e al Boschetto della Plaia e il laboratorio al Museo Diocesano. Tutto si concluderà con una festa finale.

I giovanissimi animatori sono di grande aiuto nel coinvolgere i partecipanti e nel convogliarne le instancabili energie. Non si tratta certo di ragazzi senza problemi o provenienti da famiglie agiate, anzi in molti casi abitano nello stesso quartiere e vivono situazioni difficili, ma ad attirarli è la presenza di adulti che propongono un’esperienza significativa, che li distolga dallo scrolling continuo dello smartphone e incontri la loro sete di qualcosa che duri e che riempia di senso vita e amicizie. “Ma voi chi siete?” – ha chiesto una di loro ai prof che da tempo fanno i volontari, forse presentendo una originalità di presenza e un’umanità trasformata dal cammino cristiano. Che sia questo il modo in cui i giovani lontani dalla chiesa possano riavvicinarsi e impegnarsi?

Si tratta forse di un gesto numericamente poco significativo: cosa sono una ventina di bambine e bambini riuniti in un cortile del centro storico di Catania, che dipingono magliette e cantano insieme? Eppure, è come un seme di speranza piantato nel cuore di una città in cui è sempre più difficile vivere, in cui i problemi sembrano insormontabili. Un seme anche nelle vite di chi partecipa. In un’esperienza caritativa come questa non crescono solo i piccoli iscritti, ma anche chi li accompagna.

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