di Stefano Gemmellaro   

Vera gemma dell’Etna, che, con la sua preziosità e il suo valore, riesce a distanza di secoli a richiamare pellegrini da tutte le pendici etnee, la Madonna della Sciara ancora una volta quest’anno richiama a sé tutti i suoi figli. Un anno particolare questo nel 350° della grande eruzione che semino distruzione sul versante sud del vulcano e che distrusse anche il primo Santuario di Mompileri, coprendo il simulacro della Vergine SS. con 10 metri di lava.

Di fronte ad una calamità naturale del genere, per la popolazione di quelle contrade tutto sembra finito. Ma laddove è l’uomo che smette di sperare, è Dio che opera nel silenzio e nell’umiltà. La cinquecentesca statua marmorea della Madonna delle Grazie veniva ritrovata il 18 agosto del 1704 grazie alle rivelazioni fatte da Maria stessa ad una donna di quella contrada.

Rinvenuta la bellissima immagine di Maria SS. preservata dal fuoco distruttore dell’Etna, grande è la gioia ritrovata da tutta la popolazione e si costruì un’altra chiesa per poterla custodire degnamente, alla quale sono moltissimi i fedeli che vi accorrono da tutte le parti per ricevere le grazie da parte della Beata Vergine. Così il 1 agosto del 1923 il Cardinale Giuseppe Francica Nava eleva la chiesa a primo Santuario Mariano della Diocesi catanese. Alla luce degli ultimi eventi tellurici, occorsi in ottobre e in dicembre dell’anno passato, che hanno toccato fortemente molte delle comunità che vivono all’ombra dell’Etna, questo anniversario ha un ulteriore rilievo nella celebrazione del pellegrinaggio diocesano che annualmente tutta l’arcidiocesi di Catania celebra alla fine del mese di maggio in Santuario.

Quest’anno il pellegrinaggio diocesano avrà luogo il pomeriggio del 30 maggio, con la solenne concelebrazione presieduta dall’Arcivescovo metropolita di Catania Mons. Salvatore di Gristina, ormai prossimo alla conclusione della Visita Pastorale nella nostra arcidiocesi. L’annuale celebrazione del pellegrinaggio sarà quest’anno inoltre arricchito dalla presenza dei reliquiari dei Patroni di tutta la nostra Chiesa particolare, Patroni che in varie occasioni hanno interceduto e protetto i centri civici che li venerano. Il gesto avvalora il pellegrinaggio ulteriormente rendendo visibile il mistero della Comunione dei Santi attraverso i resti mortali di coloro che ci hanno santamente preceduto nella fede e che hanno offerto la propria vita per il Signore.

La presenza di così grandi testimoni della fede, insieme al recuperato simulacro della Madonna della Sciara, diventa anche un monito di speranza per tutte le popolazioni etnee che hanno dovuto subire il profondo dolore degl’ultimi eventi tellurici che nella notti fra il 5 e il 6 ottobre e il 25 e il 26 dicembre hanno seminato terrore e distruzione. La presenza dell’immagine di Maria, Donna della speranza, recuperata sotto 10 metri di lava, laddove era impossibile che potesse esser sopravvissuto qualcosa, diventa chiaro invito della Madre a sperare sempre, anche contro ogni speranza, poiché al silenzio del Sabato sopraggiunge sempre la gioia della Domenica.

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