di Don Antonino De Maria

Scrivo questi pensieri mentre la Vara compie l’ultimo tratto di via Garibaldi per rientrare in Duomo, tra le grida dei devoti e il canto dell’Inno, ormai conosciuto dalla maggioranza. La festa va al termine senza traumi anche se i problemi non sono mancati e le polemiche percorrono i titoli dei giornali on line e del giornale cittadino.

Ma queste cose sono marginalità che rischiano di spostare l’attenzione dal significato della festa che è quello della memoria di una martire, una giovane fanciulla, debole ma forte per la sua fede in Cristo. Non un femminicidio del III secolo (quanti martiri maschi ci sono stati), non un semplice fatto di cronaca del passato: tutto questo non sarebbe rimasto nella storia che si studia nei libri, la storia di chi vince.

Allora perché torniamo a parlare di lei? Per il semplice fatto che è cristiana. Non ha fondato una ONG, non ha vinto un premio Nobel ma in forza della grazia di Cristo ha vinto la morte; perché la vita non ci viene dai Quinziano, dagli uomini (o dalle donne) del potere ma da Dio che nel Risorto ci ha fatto comprendere che aver paura di morire è già essere morti, è già aver fallito.

Lui morendo ha vinto la morte e risorgendo ci ha ridato la vita: il martire ha già fatto esperienza della vittoria pasquale, ha già vinto la morte e i suoi signori. Per questo ci attira e poiché è con Cristo nella sua gloria, diventa amico, fratello e sorella cui confidare e affidare noi stessi per partecipare nel quotidiano travaglio dell’esistenza a questa vittoria e a questa rinascita.

Abbiamo un compito: non quello di tramandare “tradizioni” ma di consegnare alle generazioni future (questo è il senso di tradizione) questa certezza della fede cristiana testimoniata dalla martire Agata. Lo dobbiamo a tutti: ai giovani che cercano la vita, agli anziani che cercano il suo compiersi e, per tutti coloro che ogni giorno, uomini e donne, si alzano per il quotidiano faticare, nella speranza che tutto quello che fanno sarà fecondo.

La vita è un albero che da frutti se solo crede nella bellezza del crescere, del donarsi, se ha la speranza. La vita è veramente un bellissimo mistero, un misterioso dono. Viviamola seguendo le orme di Agata, seguendo le orme di Cristo. Cittadini, viva Sant’Agata, cittadini, Sant’Agata è viva.

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