di Giuseppe Adernò

Il 12 febbraio nella Sala degli Imperatori del Palazzo Apostolico Lateranense, a Roma, il cardinale vicario Angelo De Donatis ha presieduto la cerimonia di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche e la fama di santità del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, vescovo di Tivoli e fondatore dell’Opera Pro Sanctitate.

Hanno presenziato al rito i membri del Tribunale diocesano di Roma e la postulatrice della causa Marialuisa Pugliese.

Nato a Noto il 25 giugno 1914, Mons. Giaquinta si trasferisce ben presto con la famiglia a Roma e nel novembre 1927 entrò al Pontificio Seminario Romano Minore e nel 1933, al Pontificio Seminario Romano Maggiore.

Ordinato sacerdote il 18 marzo 1939, intraprende gli studi di Diritto presso il Pontificio Ateneo Lateranense Sant’Apollinare; e nell’anno accademico 1946/47consegue la laurea in “utroque iure”.

Svolge l’azione pastorale prima come collaboratore e poi come vice parroco nella comunità di Santa Maria ai Monti e nel 1946 è nominato promotore di giustizia e difensore del vincolo presso il Tribunale del Vicariato di Roma, dove in seguito svolgerà anche il compito di Giudice.

È nominato rettore della chiesa della Madonna di Loreto al Foro Traiano (1949) e Assistente diocesano della Donne di Azione cattolica.

Sotto la sua guida comincia il cammino della Pro Sanctitate, e nel 1950 le prime consacrate costituiscono l’Istituto delle Oblate Apostoliche che promuovono nel 1957 la prima Giornata della santificazione universale ed oggi, presenti in più parti del mondo, diffondono l’annuncio della chiamata alla santità e sostengono le attività del Movimento Pro Sanctitate.

 Il 2 febbraio 1960 il Movimento Pro Sanctitate ottiene il riconoscimento ecclesiastico e prendono avvio i Convegni sacerdotali e il gruppo degli Apostolici Sodales, secondo il carisma della spiritualità del Cenacolo.

Nel 1968 Mons. Giaquinta viene nominato vescovo di Tivoli e ricopre diversi incarichi nella Conferenza episcopale italiana, Negli anni ’70 scrive le sue opere più celebri come: L’amore è rivoluzione (1973), La rivolta dei samaritani (1977) e Il Cenacolo (1981).

Per motivi di salute nel 1986 rassegna le dimissioni e il 15 giugno 1994, dopo aver affrontato con pazienza e serenità gli anni della malattia, si spegne al Policlinico Gemelli.

La postulatrice Marialuisa Pugliese lo descrive “con lo sguardo luminoso fino alla fine”. “Ho conosciuto il fondatore quando avevo 17 anni e sono subito rimasta colpita non tanto dalla sua persona, quanto dalla forza del suo messaggio: tutti siamo chiamati a essere santi. Un messaggio che ha polarizzato la mia vita”.

Il Movimento Pro Sanctitate che aggrega laici e consacrati, ha appunto la missione di diffondere la chiamata universale alla santità, vocazione che coinvolge ogni uomo.

“Tutti santi, Tutti fratelli” è lo slogan – sintesi dell’ideale d’impegno apostolico e missionario, che traduce e interpreta il “Fratelli tutti” di Papa Francesco.

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