di Febronia Lamicela

Carissimo Mons. Genchi, la saluto e la ringraziamo di cuore per aver voluto presiedere questa Celebrazione diocesana della Veglia di Pentecoste, e per suo tramite ringrazio il nostro Arcivescovo che con fiducia e affetto ci segue e ci incoraggia a proseguire nel servizio e nella missione.

Con lei ringrazio il nostro Delegato arcivescovile P. Antonio De Maria, i fratelli e le sorelle del Direttivo, ma soprattutto ringrazio voi rappresentanti delle preziose Aggregazioni laicali della nostra Arcidiocesi, qui convenuti per questo ormai consueto appuntamento liturgico della Consulta.

Nel Vangelo di Giovanni si legge: “Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre(Gv 14, 16).

Veramente siamo stati consolati e continuiamo ad esserlo, incessantemente!

La promessa del Risorto agli Apostoli ci rinfranca e ci dà la forza di affrontare e superare ogni difficoltà. Non solo. La consolazione che ci viene dall’Alto genera una gioia profonda: al Regina Coeli del 9 maggio scorso Papa Francesco ha affermato: “la gioia di saperci amati da Dio nonostante le nostre infedeltà ci fa affrontare con fede le prove della vita, ci fa attraversare le crisi per uscirne migliori.

È nel vivere questa gioia che consiste il nostro essere veri testimoni, perché la gioia è il segno distintivo del vero cristiano. Il vero cristiano non è triste, sempre ha quella gioia dentro, anche nei momenti brutti. (Francesco, Regina Coeli 9/05/2021).

La Consulta delle Aggregazioni laicali ha attraversato questo tempo “brutto” della pandemia patendo – come tutti – difficoltà, sofferenze, lutti. I fratelli e le sorelle delle nostre comunità non hanno potuto incontrarsi fisicamente, se non occasionalmente. Questo “digiuno” che all’inizio faceva temere pesanti conseguenze sulla qualità delle relazioni fraterne ha, al contrario, generato una particolarissima vicinanza e un rinnovato spirito di comunione  Attraverso gli strumenti offerti dalla tecnologia siamo riusciti a sentirci, a vederci, a realizzare le Assemblee periodiche, sempre accompagnati, in presenza o in collegamento, dal nostro Arcivescovo; si è offerta la possibilità di approfondimento formativo grazie ai contributi di don Nino La Manna e don Antonio Sapuppo; si è incrementato lo sforzo di comunione e collaborazione con i diversi uffici diocesani, come quelli per la pastorale della famiglia, per l’ecumenismo e il dialogo, dei problemi sociali e del lavoro, della carità.

Mi è sembrato che, in tutto ciò, trovasse attuazione la profonda affermazione di Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium e cioè che il tempo è superiore allo spazio. Dice Francesco “Questo principio permette di lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione dei risultati immediati. Aiuta a sopportare con pazienza situazioni difficili e avverse, o i cambiamenti dei piani che il dinamismo della realtà impone. […] Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci. (EG. 223)

Il tempo della pandemia, dalla quale (sembra) ci stiamo pian piano affrancando, ha, a mio avviso, generato nella Consulta questi nuovi dinamismi – certamente ancora in nuce – ma espressione delle nostre convinzioni chiare e tenaci e che ci lasciano intravedere significativi sviluppi.

Stiamo vivendo la Settimana Laudato si che ha come tema “Sappiamo che le cose possono cambiare”. Con questa convinzione la  Consulta ha voluto collaborare alla nascita, nella nostra Diocesi, del Circolo Laudato si – La Casa Comune, il quale mette insieme diverse espressioni della nostra realtà religiosa, confessionale e sociale e che cammina concorde nel desiderio di riuscire e dare pratica attuazione alle istanze profetiche e non più procrastinabili espresse nella “Laudato Si’”; qualche giorno fa il Circolo ha vissuto, finalmente in presenza, un momento di formazione e riflessione preceduto dalla preghiera ecumenica e interreligiosa; la Consulta sta  collaborando con l’Osservatorio socio-politico diocesano che da pochi mesi ha iniziato il suo cammino, con il desiderio di intraprendere un percorso coordinato, anche a livello regionale, di lettura, analisi, progettazione e servizio al territorio secondo lo spirito della “Fratelli tutti”; La Consulta cerca inoltre di contribuire alle necessità della Caritas diocesana, con la quale collabora ormai stabilmente.

Ecco, tutto ciò è manifestazione di quella consolazione che viene dall’ Alto, frutto del soffio dello Spirito che in modo inaspettato ha ridonato vita, come nella visione di Ezechiele, alle ossa inaridite e disseminate nella pianura di questo nostro difficile tempo.

Quest’anno la Veglia di Pentecoste che celebriamo all’interno della monumentale Chiesa di S. Nicolò l’Arena assume questa particolare valenza: vogliamo insieme ringraziare profondamente lo Spirito perché ci ha consolato e confortato in ogni nostra tribolazione. Ci ha sostenuto, non ha permesso che ci inaridissimo, sta donando nuova vita alle nostre comunità e ci proietta verso un entusiasmante percorso sinodale, voluto da Papa Francesco, che compiremo insieme alla Chiesa universale.

Grazie al Consolatore continuiamo perciò a sentirci Chiesa, Chiesa che si consolida nelle difficoltà e cammina gioiosa e – speriamo – spedita dietro il Maestro.

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