di Giuseppe Adernò

Dal discernimento scaturisce la progettazione di azioni positive per far risorgere Catania dal torpore e dalle tante “macerie” che rendono pesante e stagnante il processo di sviluppo della Città.

Il 5 settembre dello scorso anno l’ufficio diocesano per la pastorale sociale e il lavoro ha presentato il documento “Non possiamo tacere”, ed ora, in prossimità delle elezioni amministrative 2023 per la città di Catania, è stato illustrato il dossier “Un cantiere per Catania – organizzare insieme la speranza” (VISUALIZZA IL TESTO).

Nel corso di una conferenza stampa, promossa dall’ufficio delle comunicazioni della Diocesi il documento è stato illustrato ai giornalisti e quindi alla città nel corso di un incontro con la partecipazione dei rappresentanti dei partiti, dei sindacati, delle associazioni laicali e dei vicariati della diocesi.

Nelle trenta pagine del documento, elaborato da un gruppo di laici cattolici, adulti e giovani, in collaborazione con l’Ufficio per la pastorale sociale e il lavoro, si condensano le proposte per “restituire Catania al suo futuro” e costruire insieme una “nuova primavera”, offrendo alla nascente nuova Amministrazione comunale la traccia di una guida operativa, pensata e costruita nell’ottica del bene comune.

Nel corso della presentazione, che ha avuto luogo nel Salone dell’Arcivescovado, Mons. Luigi Renna ha ben definito le linee guida del documento che interpella la comunità cittadina, invitando tutti i cittadini all’esercizio attivo della democrazia, partecipando al voto e, facendo luce sulle molteplici emergenze da sanare, “i tanti mali di Catania”, ed offre ai candidati alle prossime elezioni una pista di lavoro così da poter rispondere alle molteplici attese di servizi e di attenzione verso il “bene comune, bene indiviso, bene di noi tutti”.

Nel testo vengono elencate le proposte operative per restituire alla città la sua dimensione di “comunità cittadina” senza distinzione tra centro e periferia. sviluppando una nuova alleanza fra le generazioni e i quartieri.

La progettazione politica, atto intenzionale, in risposta ai bisogni, necessita di una “vision” che indirizza e guida le scelte operative per svolgere la “mission” della partecipazione attiva e responsabile.

Per superare il fenomeno dell’astensionismo che in Sicilia ha raggiunto il 51%, il documento sollecita la partecipazione di tutti i cittadini al fine di costruire un’Amministrazione condivisa, “che prevede il principio di sussidiarietà orizzontale”, coinvolgendo tutti i cittadini ad essere “operai” nel cantiere della città.

Negli interventi di don Piero Sapienza, del dott. Claudio Sammartino, che coordina il gruppo di lavoro e dei giovani Mirco Viola e Mariachiara Papa, con forza e vivace entusiasmo, è stato rinnovato l’appello: “Non vogliamo restare alla finestra a guardare, né fermarci alle lamentele”. “Non possiamo tacere”. Non vogliamo che Catania resti ancora in testa alla classifica italiana per la dispersione scolastica e per la devianza minorile. Vogliamo che essa recuperi la sua creatività, la speranza nel futuro, il coraggio di un impegno per il bene comune. Ci battiamo perché la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa e politica di Catania sia reale, consapevole e fattiva”.

Il documento, che si presenta come strumento di “co-programmazione, co-progettazione e partenariato”, introduce un “metodo” di lavoro che in questa fase propone, suggerisce idee e priorità, accompagna, stimola la realizzazione dei progetti e diventa anche scheda di verifica dell’operato dei futuri amministratori.

Concreto segno e modello di sussidiarietà istituzionale, valorizza i principi e i valori etici della politica, come indicati dalla Costituzione e in coerenza con la dottrina sociale della Chiesa.

Lo sguardo al futuro ha come protagonisti i giovani, spesso costretti ad andare fuori per lavoro. Essi vogliono essere attivi e presenti, propositori di innovazione e di qualità e nella ricerca dei “volti nuovi” per l’amministrazione da rinnovare viene puntualizzata l’attenzione alla competenza dei candidati, al rigore morale e al rispetto della legalità nell’azione politica.

L’Arcivescovo ha evidenziato, ancora una volta, il riferimento all’ispirazione verso i valori cristiani, spesso disattesi dalle ideologie che caratterizzano alcuni partiti ed oltre al “metodo” mutuato dai “cantieri di Betania” attraverso l’ascolto attento ai bisogni di tutti, ha raccomandato che la campagna elettorale rispetti il valore della “gentilezza” che si manifesta nell’attenzione delle idee altrui e dei bisogni dei cittadini, “testimoni di speranza”.

Mons. Renna, al qual sta a cuore la formazione delle coscienze e non “formare un partito”, nel prossimo incontro con i candidati a sindaco della città, consegnerà il discorso di Papa Francesco al “Te Deum” di fine anno sulla virtù della “gentilezza, intesa come stile di vita che favorisce la fraternità e l’amicizia sociale.

“La gentilezza, infatti, è un fattore importante della cultura del dialogo”, e il dialogo è indispensabile per vivere in pace, è una risposta efficace “alla società individualistica e consumistica tende ad essere aggressivi, perché gli altri sono dei concorrenti con cui competere”.

Papa Francesco conclude il messaggio dicendo che “ci sono persone che dimostrano come sia «ancora possibile scegliere la gentilezza» e così, con il loro stile di vita, «diventano stelle in mezzo all’oscurità».

Catania attende una nuova luce, un nuovo respiro che valorizzi al meglio le risorse e le eccellenze e trovi le risposte adeguate alle molteplici emergenze.

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