di Don Antonino De Maria

Delegato diocesano e regionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso

    

Seguendo l’anno lunare le comunità islamiche di tutto il mondo hanno vissuto un tempo di mortificazione e ascesi che coinvolge il singolo e la comunità nel rapporto con Dio. Ogni musulmano per circa un mese vive un tempo di sforzo per imparare a consegnarsi a Dio interamente, attraverso l’esperienza del digiuno vissuto durante la giornata, insieme alla preghiera personale e comunitaria, mentre dopo il tramonto si cena.

Anche la comunità islamica che vive a Catania e che si raduna nella moschea della Misericordia ha vissuto questo tempo e l’amicizia che da anni lega le nostre comunità ha fatto vivere ad entrambe momenti di condivisione e di cordiale amicizia. Più volte abbiamo camminato insieme, fatto crescere un clima di accoglienza e reciproco riconoscimento, di collaborazione per vivere in pace, per cercare la pace, per educarci alla pace.

Le nostre realtà dialogano fraternamente: la Caritas aiuta i molti fratelli che da molte parti del Mediterraneo vengono a mettere radici nella nostra comunità civile, nella nostra città, nei momenti di gioia come nelle difficoltà. Anche in questa occasione ha fornito del cibo che è stato condiviso nella moschea dopo la preghiera serale.

La Comunità-Dialogo insieme al coordinamento delle religioni costruisce ponti di dialogo e amicizia personali che è un ottimo esempio, una buona pratica in contesti non sempre facili, a causa di mille problemi e, soprattutto, del pregiudizio.

L’ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso che rappresenta l’Arcivescovo nel camminare insieme con le comunità non cattoliche e non cristiane ha vissuto, grazie all’accoglienza fraterna e cordiale dell’imam Keith Abdelafid, momenti belli sin dall’inizio del Ramadan, con la consegna del Messaggio del Dicastero per il Dialogo Interreligioso rivolto a nome del Santo Padre ai fratelli musulmani per il mese di Ramadan e ID Al-Fitr 1444 H/ 2023 A. D. Il tema del messaggio è Cristiani e musulmani: promotori di amore e amicizia. Nel testo si trova scritto qualcosa che vale sicuramente per tutte le comunità, per la nostra e la loro ma innanzitutto per la convivenza in una realtà pluralistica: “ Siamo consapevoli, cari amici, che la convivenza pacifica e amichevole si trova di fronte a molte sfide e minacce: estremismo, radicalismo, polemiche, dispute e violenza a sfondo religioso. Le minacce sono alimentate dalla cultura dell’odio. Abbiamo bisogno, quindi, di trovare le modalità più opportune per contrastare e vincere tale cultura, fortificando invece l’amore e l’amicizia, in particolare tra musulmani e cristiani, in virtù dei legami che ci uniscono. Per questa ragione abbiamo ritenuto opportuno condividere con voi alcune riflessioni a questo proposito, sperando di ricevere anche le vostre. Tutto ha origine dal nostro atteggiamento gli uni verso gli altri, in particolare quando ci sono tra noi delle differenze di religione, di etnia, di cultura, di lingua o in materia politica. Le differenze possono essere percepite come una minaccia, ma ognuno ha diritto alla propria identità specifica con le sue diverse componenti, senza però ignorare o dimenticare ciò che abbiamo in comune: “I vari popoli costituiscono infatti una sola comunità. Essi hanno una sola origine, poiché Dio ha fatto abitare l’intero genere umano su tutta la faccia della terra hanno anche un solo fine ultimo, Dio, la cui Provvidenza, le cui testimonianze di bontà e il disegno di salvezza si estendono a tutti finché gli eletti saranno riuniti nella città santa, che la gloria di Dio illuminerà e dove le genti cammineranno nella sua luce (Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, Nostra Aetate, 28 ottobre 1965, n. 1). Gli atteggiamenti e i comportamenti negativi nei confronti di chi è diverso da noi sono purtroppo numerosi: sospetto, paura, rivalità, discriminazione, esclusione, persecuzione, polemica, insulti e maldicenze, per citarne solo alcuni.

 Non possiamo prevenire e contrastare la cultura dell’odio e promuovere invece una cultura dell’amore e dell’amicizia senza una sana educazione delle future generazioni in tutti gli spazi in cui vengono formate: in famiglia, nella scuola, nei luoghi di culto e sui social media. Un mondo in cui regnano la giustizia, la pace, la fraternità e la prosperità piace all’Onnipotente e dona gioia, sollecitando, quindi, il nostro impegno sincero e condiviso. Possiate godere, cari fratelli e sorelle musulmani, delle abbondanti benedizioni dell’Onnipotente durante il Ramadan e celebrare ‘Id al-Fitr nella gioia che scaturisce dalla fedeltà e dall’amore per l’Onnipotente e per tutte le persone con cui vivete o che incontrate.”

Al momento della consegna del Messaggio si è aggiunto un momento di condivisione con la visita dell’Arcivescovo alla Moschea il 14 aprile. L’accoglienza è stata così familiare che il Vescovo ha accolto l’invito a sedere a mensa e condividere il pasto dialogando amabilmente, come tra amici che si conoscono da tempo. Ci siamo sentiti voluti bene e abbiamo percepito la gratitudine da parte della comunità islamica per gli innumerevoli segni di amicizia e di sostegno personale.

Alla festa finale di chiusura del Ramadan che si è svolta il 21 aprile a rappresentarci è stato il prof. Riccardo Rodano. Eid Mubarack, fratelli musulmani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *