A poco più di un mese dalle elezioni europee – quando l’astensionismo minaccia di consegnare la guida dell’Europa alle frange più retrive presenti in tutti i paesi – non guasta una riflessione sull’importanza che queste elezioni hanno per i destini del nostro continente. Non a caso qualcuno le definisce le più importanti di sempre.

Per capire il grande rilievo delle istituzioni europee e del ruolo che l’Europa unita può svolgere sia all’interno che a livello globale, è utile richiamare qualche passo del celeberrimo discorso pronunciato nel 1946 a Zurigo da Wiston Churchill.

Paventando il ritorno all’epoca buia dalla quale l’Europa era appena uscita, Churchill auspicò “la ricostruzione della famiglia dei popoli europei, … [dotandola] di una struttura che le permetta di vivere in pace, in sicurezza e in libertà. Dobbiamo creare una specie di Stati Uniti d’Europa”.

È vero che queste lungimiranti parole sono seguite da un elogio del Commonwealth, attraverso il quale il Regno Unito puntava a mantenere una qualche leadership mondiale, ma Churchill era nato e si era formato nell’ultimo quarto dell’Ottocento, all’apice della potenza dell’Impero britannico, e dunque gli si può perdonare questa apparente contraddizione. Ciò che conta è che ha centrato in pieno l’importanza del ruolo che solo un’Europa Unita può svolgere nell’interesse comune.

Non a caso ricorda che “Qui è la fonte della fede cristiana e dell’etica cristiana. Qui è l’origine di gran parte delle culture, delle arti, della filosofia e della scienza, nell’antichità come nei tempi moderni”.

Quanto importante sia stato il ruolo dei cristiani nel gettare le basi dell’Unione Europea, è stato ricordato da Romano Prodi, intervistato dall’Avvenire lo scorso 24 aprile.

Dice Prodi che “L’Europa è stata creata da tre cattolici che più cattolici non si può: non solo De Gasperi, ma anche Schuman e Adenauer, tutti animati da un’etica comune. L’Europa è nata dal profondo richiamo alla pace che veniva soprattutto dal mondo cattolico.”

Il richiamo alle radici cristiane della società e delle istituzioni europee, è quanto mai opportuno in un momento in cui si ha l’impressione che, per quel che ci riguarda, i politici cattolici italiani sembrano afoni e che, più che ispirarsi agli appelli alla pace del Papa, siano appiattiti sulle posizioni di chi auspica un riarmo incondizionato e parla di scontri di civiltà, in cui da una parte sono tutti buoni e dall’altra tutti cattivi.

Che fine hanno fatto le lungimiranti politiche di attenzione verso il mondo arabo e la Russia, portate avanti dai grandi protagonisti democristiani della nostra politica estera: Fanfani, Moro e lo stesso Andreotti (per quanto, quest’ultimo, molto criticabile in altri contesti)? Per non parlare della grande opera di dialogo con le altre culture del Mediterraneo (ma anche con la Russia) portata avanti dal nostro conterraneo Giorgio La Pira.

Per questo la partecipazione dei cattolici alle prossime elezioni, sfuggendo alla tentazione dell’astensionismo e prestando attenzione ai programmi dei singoli candidati, è più importante che in passato.

Oggi, come nel 1946, “domina una babele di voci” fra le quali è difficile districarsi. Ma anche noi oggi, dobbiamo sbrigarci, perché “Forse rimane poco tempo”, come avvertiva già allora Churchill.

Solo che allora i cannoni avevano smesso di sparare. Oggi che hanno ripreso a tuonare anche sul nostro continente, e troppi leaders politici incautamente auspicano il ricorso alla legge del taglione, invece di operare per la rappacificazione, rischiamo di imboccare una strada senza ritorno per tutti.

Dunque, di fronte al rischio dell’astensionismo, occorre che tutti i cittadini responsabili, non solo i cattolici, votino e facciano delle scelte ponderate.

La Commissione delle conferenze episcopali dei paesi dell’Unione, ha sollecitato un voto che promuova i valori cristiani e il progetto europeo, auspicio ribadito in una recente intervista all’Avvenire da monsignor Baturi, segretario generale della CEI, che ha sottolineato l’importanza di un voto coerente con i valori cristiani. E quali fra questi valori oggi sono i più minacciati, se non la pace e la fratellanza?

Non lasciamo, dunque, che quanto di buono è stato costruito in Europa, sia vanificato dai nazionalismi e dalla miopia di chi pensa che solo preparando la guerra si possa arrivare alla pace.

Si vis pacem, para pacem!

L’importanza dell’Europa unita e la necessità di un voto responsabile, saranno il tema di un incontro organizzato dal Servizio Biblioteca della Parrocchia di Santa Maria in Ognina, a Catania, dal titolo: Perché votare per l’Europa. Sistema europeo: sviluppi e prospettive.

L’incontro si terrà nel salone parrocchiale, via Porto Ulisse 12, giovedì 9 maggio alle 19.45 e avrà come relatrice la professoressa Francesca Longo, pro-rettrice della nostra università e docente di Scienza Politica e Sistema Politico dell’Unione Europea.

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