
di Maria Teresa Rizzo
Splendida cornice quella di un inverno ormai maturo che un sole generoso tempera di colori: il 28 febbraio non è ancora primavera, ma ne dà l’annuncio. Alle ore 10.00 nel Coro di notte si smorzano le voci di studenti giovanissimi e meno giovani che puntano lo sguardo verso l’estremità absidata aperta alla platea e al ritratto del prof. Giancarlo Magnano San Lio.
Dà avvio alla seduta la Dirigente Sebastiana Ivana Gualtieri, che ricordando l’attualità e impellenza del tema seminariale, “La speranza cambia il cuore e genera bellezza”, introducela Presidente del Consiglio Direttivo Nazionale AIMC Zina Bianca. Speranza è infatti la voce che accompagnerà ogni intervento.
Campo semantico vasto, incalza la Preside Bianca, che da radice sanscrita spa-(“tendere verso una meta” da cui spes),si estende a ἐλπίς (speranza, il protendere verso un obiettivo), adἀρετή (virtù, l’assolvere bene il proprio compito), a παιδεία (il valore dell’atto educativo, la formazione globale della persona). E se παιδείαha il suo corrispettivo nel latino humanitas, è in particolare a professionisti della formazione dell’uomo che ci si rivolge, operatori partecipi in varie forme, fisica in presenza e virtuale in collegamento da aule scolastiche del territorio e oltre.
Spes non confundit: la speranza non delude, non disorienta,non lascia le coscienze nel sonno ricorda il Don Carmelo Raspa salutando i presenti con le parole di papa Francesco. E così la professoressa Lucrezia La Paglia.
La professoressa Longo, prorettrice dell’Università di Catania, incalza ancora le giovani coscienze in ascolto: non alla paura della pandemia, ma alla pandemia della paura, come nella intuizione di Byung-Chul Han, occorre trovare l’antidoto, e tale antidoto può fornirlo la speranza.
Proprio come suggerisce la tela di Simon Vouet, Il Tempo sopraffatto dalla Speranza, l’Amore e la Bellezza: speranza e bellezza alla presenza di Eros come forza vitale e forza costruttiva possono trionfare sul tempo vecchio, munito di falce e clessidra che cede a valori immutabili ed eterni.
In particolare due agenzie devono veicolare l’antidoto-speranza: la famiglia e la scuola in tutti i suoi gradi; e quindi ecco far ritorno la paideia e l’obbligo a diventare operatori di speranza.
Il Prof. Di Nuovo e il Prof Abramo mettono in guardia da certa sonnolente e timida presenza nella società. Se il contrario di pace non è la guerra, ma l’egoismo, la speranza è tensione e sguardo verso l’altro e ricerca di conoscenza cioè cultura. Un invito forte al protagonismo sano, alla non assuefazione alla comoda schiavitù del confort zone, che gli Ebrei dell’Esodo sembravano desiderare con un nostalgico desiderio di comoda sottomissione.
Gli ambasciatori della pace
Ed è questo lo stesso spirito missionario che anima il progetto Living Peace Internation di Carlos Palma e il suo dado della pace, progetto e vocazione diffusamente rappresentati dalla Preside Carmela Maccarrone, Dirigente del Liceo “E. Majorana” di San Giovanni la Punta, che con i suoi giovani ambasciatori di pace, qui rappresentati da Sofia Bucolo e Antonio Buono, apre l’istituto da lei diretto alla educazione alla pace e alla speranza. Evidentemente emozionati, ma sicuri e consapevoli, i ragazzi che parlano di sé usando il “noi”: insieme verso gli altri, verso le periferie fisiche e morali, lungo la via Etnea per la marcia della pace; insieme ad Oporto il prossimo Aprile per il secondo Congresso Internazionale Dei Giovani Ambasciatori e Leaders Di Pace 2025; insieme per le quotidiane battaglie nel riconoscimento di diritti fondamentali che talvolta una amministrazione miope o distratta può disconoscere.
Anche gli interventi da remoto, della professoressa Esther Flocco e delprof Marco Pappalardo, sono un appello all’impegno perché la speranza non sia il facile ottimismo di chi si illude di vivere nel migliore dei mondi possibili, il nostro del resto non lo è, ma sia impegno consapevole e tenace, che apra a reali scenari di bellezza.
Il premio artistico letterario Ilaria e Lucia
Chiudono i genitori di Ilaria, Amelia e Antonio Favara, ringraziando chi ha reso possibile e condivisibile l’incontro; ringraziando chi ha dato una speranza quando questa sembrava ormai spenta; ringraziando chi ha permesso che il ricordo diventasse vita nelle coscienze delle nuove generazioni; e porgendo infine ancora un invito con le parole di Seneca “Anche se il timore avrà più argomenti, scegli la speranza”
Si apre così la ventesima edizione del Premio Artistico Letterario Ilaria e Lucia.
Adesso agli studenti diventare promotori di speranza con la potenza della loro creatività sensibilità arte.