
Nessuno ha mai dubitato della inaudita ferocia dell’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, e che questa avesse diritto a difendersi e a pretendere la liberazione degli ostaggi. Ma ogni difesa, precisa la Chiesa, deve essere sempre proporzionata (vd Compendio DSC n 501). E’ proporzionata quella di Israele? Si assiste a una distruzione sistematica dei palestinesi di Gaza, sia con i forzati spostamenti per i bombardamenti oppureper accedere ai limitatiaiuti umanitari. La strategia militare del governo di Netanyahu implica anche l’arma della fame: dopo aver bloccato da marzo a maggio i camion con gli aiuti umanitari, ora si fanno entrare con il contagocce: circa 40 contro i necessari 500! Sono dolorose le scene di persone affamate, umiliate nella loro dignità, in lotta tra loro, all’assalto dei camion con le provviste, dove ci scappa pure qualche morto. Inoltre, l’80% dei terreni agricoli della striscia di Gaza è stato distrutto dai bombardamenti oppure dalle ruspe e dai carri armati israeliani, come pure i pozzi per l’irrigazione. E dalla denuncia di “medici senza frontiere” risulta che molti bambini sono denutriti e c’è il pericolo di una grave carestia.
Così si calpesta il principio di umanità
I bombardamenti indiscriminati uccidono bambini, donne, anziani e civili innocenti. Anche gli ospedali distrutti e la mancanza di medicine completano questo quadro crudele e disumano. E’ calpestato “il principio di umanità” (vd Compendio, n. 505). E mentre osserviamo che in Europa diversi governi ipotizzano sanzioni contro Israele, il nostro governo continua a vendere armi e si limita a qualche timida espressione di disapprovazioni di certe azioni. E invece, senza tanti giri di parole, il Presidente Mattarella ha denunciato questa situazione: “S’impone subito il cessate il fuoco a Gaza. E’ disumano che venga ridotta alla fame un’intera popolazione […], l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali per la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone”.
Si va verso una pulizia etnica
Il governo israeliano intende eliminare Hamas. Scrive Mons. Forte: “…sono forse terroristi i tantissimi bambini, vecchi e adulti estranei a ogni azione terroristica”, morti sotto le bombe di Israele? Ma forse a Netanyahu sfugge che, con una simile brutalità, sta coltivando le future leve del terrorismo, tra quei ragazzini che si aggirano in mezzo alle macerie delle loro città. Appare sempre più chiaro che l’obiettivo è quello di deportare tutti i palestinesi dalla striscia di Gaza, una sorta di pulizia etnica, per lasciare libero il territorio per nuovi insediamenti di coloni ebrei israeliani. Giovanni Paolo II aveva definito la Shoah il “male assoluto, quando sei milioni di nostri fratelli sono stati brutalmente assassinati e le braci delle loro ossa si sono spente nelle ombre dei crematori nazisti”. Il governo israeliano sembra che non tenga conto di questa nera pagina della Storia non dimostrando alcuna empatia per il popolo palestinese. Per questo i fautori della soluzione finale contro Gaza dovrebbero leggere la Dichiarazione (marzo 2016) congiunta sulle relazioni tra ebraismo e cristianesimo, elaborata per i 50 anni di Nostra Aetate del Vaticano II. Dove fra l’altro si afferma: “[…] noi ebrei consideriamo i cattolici come nostri partner, stretti alleati, amici, fratelli nella comune ricerca di un mondo migliore che sia benedetto dalla pace, dalla giustizia sociale e dalla sicurezza”. I molteplici ritorni di fiamma antisemiti, che vediamo sorgere nel nostro Paese, possono essere causati anche dall’attuale politica guerrafondaia israeliana che punta all’eliminazione di Gaza. E’ questa l’opinione condivisa anche da illustri esponenti ebrei, tra cui citiamo la scrittrice Edith Brucke, sopravvissuta ad Auschwitz, la quale afferma: “Netanyahu ha autorizzato l’odio verso di noi: l’antisemitismo è sotto la cenere e basta un fiammifero perché divampi”. La Dichiarazione citata propone alti ideali umani e fraterni: “Cerchiamo di trovare modi
che ci permettano, insieme, di migliorare il mondo: per camminare sulle vie di Dio, nutrire gli affamati e vestire gli ignudi, dare gioia a vedove e orfani,rifugio ai perseguitati e agli oppressi, e quindi meritare le Sue benedizioni”.
Risuonano accenti biblici, simili a quelli che Leone XIV ha lanciato in questi giorni ripetutamente. Da parte sua, la comunità cristiana, in questo momento di grande confusione nel mondo politico italiano e internazionale, deve fare la sua parte e denunciare con forza, alla luce del Magistero sociale, la disumanità che si consuma a Gaza.
Se gli ebrei Edith Bruck, David Grossman, Moni Ovadia, Liliana Segre e tanti altri stigmatizzano la crudeltà con cui il governo israeliano sta infierendo sulla popolazione civile di Gaza, ci sarà un motivo. Come dice Piero Sapienza, nessuno vuole sminuire il vile attacco di Hamas del 7 ottobre del 2023, che va, incondizionatamente, condannato, ma uno stato, che si definisce democratico, non può commettere crimini di guerra, riconosciuti da tutto il mondo. Se, giustamente, per la Russia di Putin, sono state applicate le sanzioni, non si capisce perché non si faccia altrettanto per Israele, che non significa una ripresa dell’ antisemitismo, ma esattamente il contrario. I cittadini ebrei stanno protestando contro il governo e vogliono solo la restituzione degli ostaggi. Ma, forse, interessi personali influiscono su tutto ciò. Fa bene Sapienza a parlarne efficacemente.