Monsignor Luigi Renna, in vista della Pasqua, ha voluto parlare di pace con le Forze armate della città. Durante l’omelia della Santa Messa di giovedì 21 marzo il pensiero del vescovo è andato in primis alle terre martoriate dalla guerra. «Voi siete i custodi e i costruttori del bene comune. Celebriamo questa Pasqua in un momento particolare – ha affermato Renna – in molte parti del mondo ancora si subisce e si dà la morte, in una triste storia che si ripete».L’arcivescovo si è rivolto ai presenti soffermandosi su un brano della Passione, raccontando di come Gesù abbia trovato un modo nuovo di reagire alla violenza, anche e soprattutto al momento della sua incarcerazione, fino ai giorni della sua morte e resurrezione. «Gesù accoglie Giuda e coloro che volevano catturarlo – ha detto – in modo disarmante e disarmato. Disarmato perché a differenza loro non aveva alcun tipo di arma con sé, disarmante perché non si era mai visto fino ad allora un tale atteggiamento. Purtroppo però, dopo più di duemila anni, ancora non abbiamo capito il suo gesto».

La guerra in Terra Santa e il proliferare delle armi

Una delle guerre attuali è iniziata proprio in un luogo importante per noi cristiani, la Terra Santa, e viviamo in un clima in cui è molto importante ricordare di avere Passione per le anime intorno a noi. «Ritroviamo la Passione e soprattutto aiutiamo i nostri giovani a ritrovarla perché la colpa di quello che accade non è loro». Purtroppo cresce sempre più il numero dei giovani, costretti e non, a possedere e usare armi «ormai le armi sono date in mano a chiunque – afferma monsignor Renna – per questo dobbiamo prestare attenzione a non far valere il detto “si vis pacem, para bellum”, piuttosto dovremmo lasciarci guidare dalle parole di Cristo nel tempo in cui le armi sono sempre più sofisticate e in possesso di uomini senza scrupoli». Durante l’omelia, monsignor Renna si è rivolto in prima persona ai presenti esortandoli a coltivare l’amore e la pace a partire dalla nostra stessa comunità, con i giusti atteggiamenti.  «Dobbiamo mandare un messaggio di pace che non sia solo “Buona Pasqua”, ma dobbiamo diffondere un pensiero che è cristiano e proprio di coloro che il Vangelo stesso chiama gli uomini di buona volontà». Alla liturgia erano presenti il prefetto di Catania, il questore, le autorità militari ed esponenti della magistratura e del mondo della cultura. Infine, l’arcivescovo ha voluto lasciare ai presenti una citazione di don Tonino Bello: “Sembra quasi che il Signore  il giorno del Venerdì santo abbia scavato con la Croce, quasi servendosi di una trivella un pozzo artesiano dove c’è l’acqua. Il giorno di Pasqua poi, questo pozzo lo ha lasciato alla Chiesa, ai suoi apostoli: Vi lascio la pace; adesso questa pace datela al mondo, canonizzatela, fatela filtrare fino alle estreme periferie della terra.” (T. BELLO, Pasqua terra di pace, 24.3.86).

Foto di Giovanni Crisafulli

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